Il brivido del rischio

Perché la paura esercita un’attrazione così forte sull’essere umano? Una prima spiegazione può essere trovata nella risposta biologica che si verifica di fronte a una situazione considerata pericolosa. Le reazioni a questi stimoli sono controllate dall’amigdala, un complesso neuronale a forma di mandorla situato nella parte più interna dei due lobi temporali del cervello.
Se l’amigdala avverte una minaccia, invia un messaggio all’ipotalamo, una piccola struttura cerebrale che a sua volta innesca il rilascio dei cosiddetti “ormoni dello stress“. Viene così attivata la risposta di “fight or flight” (attacco o fuga): l’adrenalina mantiene il corpo vigile, accelera la frequenza cardiaca e assicura che più sangue raggiunga i muscoli, così da renderli pronti a scattare. Il cortisolo fa aumentare la pressione sanguigna: i vasi attorno agli organi si dilatano, fornendo ossigeno e sostanze nutritive, la respirazione diventa più veloce e più ossigeno raggiunge il cervello, il livello di zucchero nel sangue aumenta.
Questa risposta è immediata e velocissima: l’amigdala “decide” se lo stimolo faccia paura prima ancora che quest’ultimo giunga a consapevolezza. Solo successivamente le informazioni vengono inviate alla corteccia, lo strato più esterno e meno antico del telencefalo associato a ragionamento, memoria e coscienza.
Quando poi si riconosce il pericolo come passato e la paura esagerata, vengono rilasciate endorfine e dopamina, ormoni del benessere responsabili della sensazione di euforia.

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