Stagioni e cervello

I cambi di stagione si accompagnano a variazioni delle concentrazioni ormonali. Alcune ricerche condotte dall’Università di Tromsø, in Norvegia, hanno ad esempio rilevato che i livelli di endorfine risentono maggiormente dell’arrivo della primavera. La produzione di queste sostanze è infatti maggiormente stimolata dalla luce, tipica dell’arrivo delle stagioni più calde. Le endorfine sono responsabili della regolazione dell’appetito e del buon umore e svolgono un ruolo anche nella sessualità. In effetti, la libido femminile cresce proprio in primavera e raggiunge il suo picco a maggio. Invece, come dimostrato da studi su esemplari maschi di scimmie Rhesus, le concentrazioni di testosterone sono invertite, essendo più forti dopo l’estate.
Inoltre, i ricercatori hanno notato una correlazione tra l’aumento della luce diurna e la produzione di dopamina, un neuro ormone rilasciato dall’ipotalamo che è coinvolto nella soddisfazione sessuale, nel sonno, nell’umore, nell’attenzione, nella memoria e in molte altre funzioni cerebrali.
Secondo uno studio dell’Università di Liegi, in Belgio, anche attenzione e memoria risentono delle stagioni. Per quanto riguarda l’attenzione, il picco massimo si verifica col solstizio d’estate, mentre le prestazioni peggiori si hanno durante la stagione fredda. Per la memoria invece, la stagione migliore è l’autunno, mentre la peggiore è proprio la primavera.

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